lunedì 11 febbraio 2008

l'inizio di ogni cambiamento è sempre con un dissenso. Ecco il mio!

"Sono nata così. Con questa genetica predisposizione al No. Non so perché ma al consenso preferisco il dissenso. Il no mi piace. Anche il gesto che lo accompagna. Scuotere la testa di qua e di là, soprattutto quando mi sono appena lavata i capelli, mi dà tanta sodisfazione. E poi mi piace pronunciarlo, il no. Perchè lì in mezzo, tra le pieghe di quella sillaba nasale, ci sta dentro un sacco di roba. Il rifiuto, per esempio. Il nossignore. Il levatelo dalla testa. Che non è mica roba da buttar via. Perché il rifiuto è sempre differenziato. C'è no e no, insomma. E la maggior parte dei no è riciclabile. Da una raccolta paziente di rifiuti possono nascere nuove cose. Insoliti modi di pensare, per esempio. Strade diverse da percorrere. Persone nuove da amare. il NO è anche dissenso. Pensiero difforme. Che spesso si fa conflitto. Ma anche dibattito costruttivo. Mi fanno paura le coppie che non litigano mai. Bisticciare, credetemi, è sano. Sono convinta che alzando la voce e caricando i toni si crei dell'energia propulsiva che fa andare avanti la coppia. E poi vuoi mettere il piacere di fare la pace? Chi non litiga non sa cosa si perde. C'è anche il NO purissimo della disobbedienza. Quello bello dei bambini. Che dicono no per puro spirito di contraddizione. E magari ci aggiungono pure un "merda" proprio quando i genitori vogliono fare bella figura con gli amici. Poi ci sono i NO che ti vengono fuori perché c'hai i nervi. "Guarda, oggi ti dico di no perché c'è vento e sono isterica. Ma se me lo chiedi domani può essere che ti dica di sì. Soprattutto se c'è il sole." E anche i NO della sincerità. Quelli che si usano per dire le cose come stanno. "Vengo anch'io?" No tu no. "Vengo anch'io?" No tu no. "E perché?" Perché NO. Perché mi stai sul culo, guarda. Non ti reggo. Preferisco dirti le cose come stanno invece di fingere benevolenza. Vacci con qualcun altro a vedere le bestie feroci. Non con me. E il NO che dà libertà. Non si può morire dentro, aspettare di diventare verdi come Hulk fino a farsi scoppiare i bottoni della camicetta. Con il NO, poi, iniziano tante parole importanti. Il nonostante, per esempio. Che ti fa tirare avanti e chiudere un occhio. Il noumeno, che è l'essenza delle cose. Il nocciolato che leva le malinconie, la novità che dà il gusto alla vita, il no profit che dà senza pretendere, il non ti scordar di me della nostalgia e il non essere dell'essere. Sul muro della mia camera da letto sta scritta una frase di Pessoa che dice: NON SONO NIENTE. NON SARO' MAI NIENTE. NON POSSO VOLERE ESSER NIENTE. PERO' HO IN ME TUTTI I SOGNI DEL MONDO. Ecco. E' proprio così che la penso. "

Luciana Littizzetto, dal libro " Col Cavolo"

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